Non mi va di solito di spiattellare le cose che per me sono veramente, veramente importanti sulle pagine di un blog, alla mercè del mondo, ma ho bisogno di sfogarmi e voglio sfruttare l’anonimato pressocchè totale di cui godo in queste pagine per farlo.
Ora, io di solito faccio di tutto per non lamentarmi, cerco sempre di dimostrarmi allegra e tranquilla, in questi giorni certo sarò più seria del solito, ma non mi sono rinchiusa in casa staccando i contatti con il mondo (e lo avrei davvero voluto), non mi sono data malata al lavoro, né mi sono aggirata per l’ufficio con aria mesta chiedendo compassione o altro. Praticamente nessuno dei miei colleghi sa un cazzo della mia vita. Io sono quella taciturna, non parlo mai dei cazzi miei, le informazioni le centellino. In due sanno che mi mio fratello è morto, e mi sono ben guardata dal dire a qualcuno che ieri era l’anniversario. Non l’ho fatto principalmente perché non voglio che la gente mi ronzi intorno cercando di farmi stare allegra o che so io, e anche perché sono cazzi miei fondamentalmente. Voglio solo essere lasciata in pace. Oggi una mia collega mi è venuta sotto, dicendomi che aveva notato che da un paio di giorni ero buia, e voleva sapere che mi è successo. Dopo aver risposto negativamente a tutte le sue ipotesi (problemi in famiglia, litigato col moroso, problemi con i suoceri, problemi con la casa… le ha provate tutte insomma), alla fine tirata a cimento gliel’ho detto. E lei candida mi ha fatto la domanda che tutti mi fanno subito da tre anni a questa parte “I tuoi come stanno?”
Ora, è una domanda legittima, me ne rendo perfettamente conto. Ma credo che si e no due persone in 3 anni mi abbiano chiesto come sto io, invece di domandarmi subito come stanno i miei. I miei stanno da Dio, come volete che stiano? Che domanda è? Come possono stare dei genitori a cui è morto un figlio di 13 anni? Sarò una dannata egoista, ma porca puttana, perché il fatto di essere stata solo sorella relega il mio dolore in secondo piano? Certo, non c’è niente come il dolore di una madre. Sicuro. Non saprò mai cosa prova mia madre, e spero che non mi capiti mai lo stesso, non ci tengo proprio a fare il confronto di persona, ma vi assicuro che quando tu e tuo fratello avete 15 anni di differenza, non sei più una semplice sorella. Io l’ho aspettato, l’ho voluto, ho esultato con mia madre quando il test di gravidanza ha dato esito positivo, e ho ancora ben in mente la notte in cui è nato e la mattina quando l’ho visto per la prima volta all’ospedale.
Io l’ho vestito, l’ho cambiato, l’ho lavato, gli ho dato da mangiare, l’ho messo a nanna, mi sono presa cura di lui quando era neonato. La sua prima parola è stata Tata, che poi sarei io, e ha voluto molto più bene a me che a suo padre. O almeno, con più costanza. Io l’ho sgridato e consolato, ho cercato di educarlo e attendevo con ansia che fosse abbastanza grande per potersi trasferire a casa mia. Il mio sogno era sempre stato che tornasse a vivere con me.
Ero la sua sorellona e lui mi adorava e io lo adoravo, eppure sui giornali dove hanno scritto gli articoli relativi alla sua morte, o non mi hanno nominata, o lo hanno definito addirittura “figlio unico”. Io non ho alcuna importanza, come se per il mondo il nostro legame non fosse mai contato niente.
Sono una dannata egoista, che ci posso fare. Come stanno i miei? Come sto io? Siamo tutti e tre morti tre anni fa, grazie molte per l’interessamento. Perché invece di perdere tempo con queste domande davvero inutili, non chiedete qualcosa di più interessante?
Pensate forse che a noi non faccia piacere parlare di lui? Di solito evitiamo perché le persone si imbarazzano, ma a volte mi sembra che il mondo così perda l’occasione di conoscere una persona speciale. Mio fratello amava i tramonti e i carmina burana. Adorava guerre stellari e il signore degli anelli. Amava Harry Potter ma non riusciva ad andare avanti a leggerlo perché non voleva soffrire troppo. Amava tutti gli animali, e aveva una passione per gli strumenti a percussione. Non poteva ascoltare le musiche di Natale perché lo commuovevano troppo. Giocava con la playstation ma era negato per gli sport, troppo scoordinato. Aveva un bellissimo piccolo neo sul ponte del naso e i dentoni. Aveva una passione per le scienze, da grande voleva fare il veterinario. Aveva appena finito le medie, e il giorno prima di morire si era andato ad iscrivere al Liceo Scientifico. Ne era entusiasta perché aveva saputo che tra le attività extrascolastiche c’era anche fotografia, che era la sua passione. Amava andare al cinema e leggere. Era un piccolo nerd, e sarebbe diventato un ragazzo bellissimo, con quel sorriso sbruffone che aveva e gli occhi azzurri. E’ sempre stato “diverso” dagli altri bambini della sua età, e veniva per questo torturato dai bulli quasi tutti i giorni, ma era molto orgoglioso e non ne ha mai fatto parola a casa. Era molto insicuro e si sottovalutava tantissimo, credeva di non essere abbastanza intelligente, quindi spesso non ci provava nemmeno. Era fermamente convinto che non avrebbe mai fumato, bevuto alcolici, assunto droghe. Fin da piccolo, non mangiava più caramelle di quanto gli fosse consentito, anche se nessuno lo vedeva.
Era il mio fratellino, una persona meravigliosa, e mi manca da morire.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!!! Ti ho assegnato un piccolo premio passa dal mio blog x ritirarlo...... comunque ti dico che se non vuoi non sei obbligata a continuarlo! Ciao a presto Desy.

Fifì79 ha detto...

Hey....vedo che qui i premi si stanno moltiplicando!!
Ce n'è uno anche nel mio blog, quando vuoi ^^

Ti voglio bene

Lennie MissSparkle ha detto...

Vi adoro, mi state decisamente viziando!