"Io leggo per un sacco di motivi. Generalmente
tendo a frequentare lettori e ho paura che, se smettessi di leggere,
loro non vorrebbero più frequentare me (sono gente interessante e sanno
un sacco di cose interessanti, ne sentirei la mancanza). Sono anche uno
scrittore e ho bisogno di leggere per ispirami e per istruirmi e perché
voglio migliorare, e solo i libri possono insegnarmi come. A volte,
certo, leggo per scoprire delle cose: a mano a mano che invecchio,
sento sempre di più il peso della mia ignoranza. Voglio sapere com'è
questa o quella persona, vivere in un posto o in un altro. Amo quei
dettagli sui meccanismi del cuore e della mente umana che solo la
narrativa ci può illustrare, i film non si avvicinano abbastanza."
Tanto amore per la parola scritta, in qualsiasi forma: ecco cosa viene fuori dalle pagine di questo libro, che in realtà è
una raccolta di articoli scritti da Hornby per la rivista Belivers tra
settembre 2003 e giugno 2006. Mese dopo mese, Hornby commenta i libri
che negli ultimi 30 giorni ha acquistato e letto (e gli innumerevoli
altri libri che ha acquistato ma che sa già che non leggerà mai, il tratto caratteristico di ogni lettore compulsivo. Come ti capisco, Nick...), con un
unico criterio di selezione: si tratta di libri che gli interessano
davvero, non che gli viene imposto da recensire.
Così, possiamo
apprezzare l'eterogeneità delle sue scelte letterarie (dai classici di
Dickens, ai libri sugli sport, alla biografia dei Motley Crue, tutti
commentati con ironia, umorismo ma anche, quando è il caso, appassionata
serietà) insieme alla freschezza della sua scrittura, in questa
raccolta che alla fine risulta appassionante e coinvolgente come un
romanzo.
Mi ha fatto venire voglia di leggere, leggere, leggere, e
soprattutto mi ha fatto venire voglia di andare in una libreria con i
suoi "consigliati", e di fare man bassa. Intanto, ho iniziato subito
acquistando il David Copperfield di Dickens. Ne ha parlato in modo
talmente appassionato, che sono andata a prenderlo immediatamente. Se
Hornby lo sapesse, sono sicura che se ne compiacerebbe.
"Tutti sappiamo che probabilmente le circostanze in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso"
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