Una Vita da Lettore, di Nick Hornby




"Io leggo per un sacco di motivi. Generalmente tendo a frequentare lettori e ho paura che, se smettessi di leggere, loro non vorrebbero più frequentare me (sono gente interessante e sanno un sacco di cose interessanti, ne sentirei la mancanza). Sono anche uno scrittore e ho bisogno di leggere per ispirami e per istruirmi e perché voglio migliorare, e solo i libri possono insegnarmi come. A volte, certo, leggo per scoprire delle cose: a mano a mano che invecchio, sento sempre di più il peso della mia ignoranza. Voglio sapere com'è questa o quella persona, vivere in un posto o in un altro. Amo quei dettagli sui meccanismi del cuore e della mente umana che solo la narrativa ci può illustrare, i film non si avvicinano abbastanza."


Tanto amore per la parola scritta, in qualsiasi forma: ecco cosa viene fuori dalle pagine di questo libro, che in realtà è una raccolta di articoli scritti da Hornby per la rivista Belivers tra settembre 2003 e giugno 2006. Mese dopo mese, Hornby commenta i libri che negli ultimi 30 giorni ha acquistato e letto (e gli innumerevoli altri libri che ha acquistato ma che sa già che non leggerà mai, il tratto caratteristico di ogni lettore compulsivo. Come ti capisco, Nick...), con un unico criterio di selezione: si tratta di libri che gli interessano davvero, non che gli viene imposto da recensire. 
Così, possiamo apprezzare l'eterogeneità delle sue scelte letterarie (dai classici di Dickens, ai libri sugli sport, alla biografia dei Motley Crue, tutti commentati con ironia, umorismo ma anche, quando è il caso, appassionata serietà) insieme alla freschezza della sua scrittura, in questa raccolta che alla fine risulta appassionante e coinvolgente come un romanzo.
Mi ha fatto venire voglia di leggere, leggere, leggere, e soprattutto mi ha fatto venire voglia di andare in una libreria con i suoi "consigliati", e di fare man bassa. Intanto, ho iniziato subito acquistando il David Copperfield di Dickens. Ne ha parlato in modo talmente appassionato, che sono andata a prenderlo immediatamente. Se Hornby lo sapesse, sono sicura che se ne compiacerebbe.



"Tutti sappiamo che probabilmente le circostanze in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso"

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