"Un paio di volte all'anno mi faccio una cassetta da mettere in
macchina, un nastro pieno di tutte le nuove canzoni che ho amato nel
corso degli ultimi mesi. Ogni volta che ne completo una mi pare
impossibile che potrà essercene un'altra. Ma c'è sempre, e non vedo
l'ora che arrivi: basterebbe qualche altro centinaio di cose come questa
per rendere la vita degna di essere vissuta."
Se Hornby scrivesse un libro in cui mi racconta le sue ricette
preferite, o i suoi giochi di società preferiti, o i suoi mezzi di
locomozione preferiti, probabilmente lo comprerei, lo leggerei tutto
d'un fiato e mi piacerebbe pure. Il suo modo di scrivere ironico,
divertente, coinvolgente, mi conquista sempre tanto da farmi venire
voglia di citare tre quarti del libro e di andare in giro sventolandolo
come una forsennata sotto il naso dei miei amici per far loro leggere
certi passaggi particolarmente arguti o spassosi. In pratica, Hornby ha
la capacità di farmi venire una cotta per lui ogni
volta che leggo un suo libro.
Con questo 31 canzoni non ho raggiunto gli apici di ammirazione che ho provato durante la lettura di Una vita da lettore, ma solo perché la musica è una cosa molto più personale e diretta rispetto alla letteratura, e non potendo trascriverla per farcela vivere mentre leggiamo le sue parole (e soprattutto farcela vivere come l'ha vissuta lui, con quello che ogni brano gli ha mosso dentro), la narrazione è ovviamente limitata. Insomma, mentre i libri sono più facili da spiegare (e, alla peggio, puoi citare un brano e dirmi perché ti ha colpito) perché è fatta di parole e con le parole viene raccontata, la musica è soggettiva, ha una fortissima componente irrazionale, istintiva, viva, e questo rende più ostico raccontarla, soprattutto se poi non hai le conoscenze tecniche per farla né ti rivolgi ad un pubblico che le ha.
volta che leggo un suo libro.
Con questo 31 canzoni non ho raggiunto gli apici di ammirazione che ho provato durante la lettura di Una vita da lettore, ma solo perché la musica è una cosa molto più personale e diretta rispetto alla letteratura, e non potendo trascriverla per farcela vivere mentre leggiamo le sue parole (e soprattutto farcela vivere come l'ha vissuta lui, con quello che ogni brano gli ha mosso dentro), la narrazione è ovviamente limitata. Insomma, mentre i libri sono più facili da spiegare (e, alla peggio, puoi citare un brano e dirmi perché ti ha colpito) perché è fatta di parole e con le parole viene raccontata, la musica è soggettiva, ha una fortissima componente irrazionale, istintiva, viva, e questo rende più ostico raccontarla, soprattutto se poi non hai le conoscenze tecniche per farla né ti rivolgi ad un pubblico che le ha.
Ma Hornby fa un buon lavoro. Partendo da una lista di 31 canzoni che per lui hanno un valore speciale (ho letto molte critiche per la presenza di Nelly Furtado. È probabile che se dovesse riscrivere il libro adesso, nemmeno lui ci metterebbe più I'm like a bird, ma le cotte momentanee musicali sono così, ci prendono di sorpresa e per un po' esigono la nostra devozione, e magari quando rinsaviamo da quella fase ci accorgiamo che alla fine era solo una canzonetta come un'altra e non capiamo più cosa avesse di tanto speciale. Capita a tutti, in continuazione), Hornby ci parla del suo amore immenso per la musica pop, e della sua vastissima conoscenza in materia. E a me che sono una grande fan della musica, ma estremamente ignorante, mette una gran soggezione sentirgli sciorinare nomi su nomi di band, solisti, compositori e quant'altro, valutando influenze ed esecuzioni con una scioltezza che gli invidio da morire.
Naturalmente,
mi è venuta voglia di rimpolpare la mia libreria musicale andandomi a
recuperare un po' dei titoli che suggerisce (ritengo ad esempio quasi
obbligatorio andarmi a cercare Frankie Teardrop dei Suicide), anche se
per ascoltare tutti gli artisti che nomina mi ci vorrebbero due anni
come minimo.
Non è questo però ciò che mi ha conquistato di più del libro, ciò che mi ha portato a girare una pagina dopo l'altra fino a finirlo nel giro di poche ore senza un accenno di noia. Di libri che parlano di musica ne ho tanti, ad esempio sulla scrivania di là ho il volume di 900 pagine di Mojo con i migliori album di tutti i tempi molto ben raccontati e spiegati. Il libro di Hornby è piacevole e interessante perché interseca musica e vita, perché anche se ci piacciono gruppi e brani diversi o la pensiamo in modo diverso su alcune cose (non ritengo assolutamente che ascoltare i Led Zeppelin sia una specie di fase che poi si esaurisce e scopri che è robaccia, non scherziamo! E mi pare di aver capito che non gli piacciono i Pink Floyd perché troppo pretenziosi, ma hey, i gusti son gusti. Gusti sbagliati, ma gusti), è riuscito a farmi capire che il suo modo di vivere la musica, in sostanza, non è poi così diverso dal mio (anche se con Alta Fedeltà il sospetto mi era già venuto...).
Non è questo però ciò che mi ha conquistato di più del libro, ciò che mi ha portato a girare una pagina dopo l'altra fino a finirlo nel giro di poche ore senza un accenno di noia. Di libri che parlano di musica ne ho tanti, ad esempio sulla scrivania di là ho il volume di 900 pagine di Mojo con i migliori album di tutti i tempi molto ben raccontati e spiegati. Il libro di Hornby è piacevole e interessante perché interseca musica e vita, perché anche se ci piacciono gruppi e brani diversi o la pensiamo in modo diverso su alcune cose (non ritengo assolutamente che ascoltare i Led Zeppelin sia una specie di fase che poi si esaurisce e scopri che è robaccia, non scherziamo! E mi pare di aver capito che non gli piacciono i Pink Floyd perché troppo pretenziosi, ma hey, i gusti son gusti. Gusti sbagliati, ma gusti), è riuscito a farmi capire che il suo modo di vivere la musica, in sostanza, non è poi così diverso dal mio (anche se con Alta Fedeltà il sospetto mi era già venuto...).
Il brano che mi è piaciuto
di più è quello in cui parla di cos'ha provato sentendo la colonna
sonora di About a Boy, e ho capito assolutamente cosa intende, così come
ho capito cosa intende parlando di altre emozioni e sensazioni, perché i
gusti musicali possono essere anche agli antipodi, ma quando vivi la
musica in un certo modo, allora ci sarà sempre spazio per dialogare e
per farsi influenzare dai gusti di qualcun altro. Per questo, domani
andrò a vedere se riesco a trovare qualche video della performance di
Patti Smith alla Union Chapel, tanto per cominciare, insieme al brano
dei Suicide.
"Quando ci ho pensato su, chiedendomi perché così poche delle canzoni a cui tenevo mi suggerissero associazioni di idee ed emozioni, la risposta è stata ovvia: se ti piace una canzone, e ti piace abbastanza perché ti accompagni nelle varie fasi della tua vita, ogni ricordo specifico viene cancellato dall'uso."
"È difficile ricordarsi che forse vali qualcosa anche se piaci a molti. Anzi, qualche volta è vero il contrario."
"Cerco di non credere in Dio, chiaro, ma a volte accadono cose nella musica, nelle canzoni, che mi lasciano di stucco, mi fanno voltare di scatto. Quando il totale fa più della somma delle parti, quando gli effetti ottenuti sono inspiegabili, gli atei come me iniziano a trovarsi in un territorio pericoloso."
"È importante che di tanto in tanto, o anche spesso, i libri ci deprimano, i film ci mettano alla prova, i dipinti ci lascino scioccati e magari la musica interdetti. Ma è proprio necessario che lo facciano sempre? Ogni tanto non potremmo consolarci, sollevarci, ispirarci, commuoverci e rallegrarci? Per favore! Solo ogni tanto, quando abbiamo avuto una giornata di merda."
"Fu uno di quei rari momenti (...) in cui provi gratitudine per la musica che conosci e per quella che devi ancora sentire, per i libri che hai letto e per quelli che leggerai, forse addirittura per la vita che vivi."
"È difficile ricordarsi che forse vali qualcosa anche se piaci a molti. Anzi, qualche volta è vero il contrario."
"Cerco di non credere in Dio, chiaro, ma a volte accadono cose nella musica, nelle canzoni, che mi lasciano di stucco, mi fanno voltare di scatto. Quando il totale fa più della somma delle parti, quando gli effetti ottenuti sono inspiegabili, gli atei come me iniziano a trovarsi in un territorio pericoloso."
"È importante che di tanto in tanto, o anche spesso, i libri ci deprimano, i film ci mettano alla prova, i dipinti ci lascino scioccati e magari la musica interdetti. Ma è proprio necessario che lo facciano sempre? Ogni tanto non potremmo consolarci, sollevarci, ispirarci, commuoverci e rallegrarci? Per favore! Solo ogni tanto, quando abbiamo avuto una giornata di merda."
"Fu uno di quei rari momenti (...) in cui provi gratitudine per la musica che conosci e per quella che devi ancora sentire, per i libri che hai letto e per quelli che leggerai, forse addirittura per la vita che vivi."
Share |
1 commento:
essendo drogato di musica e adorando le altre cose di nick horny, a sorpresa mi manca.. dovrò recuperarlo
Posta un commento