Revolutionary Road, di Richard Yates



"Il complesso residenziale di Revolutionary Hill non era stato progettato in funzione di una tragedia. Anche di notte, come di proposito, le sue costruzioni non presentavano ombre confuse né sagome spettrali. "


Anni fa ho avuto il piacere di vedere il film con Di Caprio e la Winslet. Anzi, diciamo che causa varie vicissitudini ho potuto vedere solo il secondo tempo, e per quanto mi sia ripromessa di recuperare anche la prima metà, alla fine non è mai capitato (la colpa è del fatto che già sapevo come andava a finire, e non essendo proprio una conclusione allegrissima ho sempre dato la precedenza ad altro). Ma quel poco che ho visto mi è piaciuto molto (Di Caprio, tra l'altro, è uno dei miei attori preferiti e amo praticamente tutti i suoi film - con Buon Compleanno Mr. Grape, ere fa, l'ho classificato come ottimo attore, e non ho mai cambiato idea).
Ma chissà perchè non mi era mai venuto in mente che potesse essere stato tratto da un romanzo, addirittura da uno che è stato giudicato tra i 100 best English language novels del XX secolo dal Time, l'omonimo Revolutionary Road di Richard Yates. Poco tempo fa la mancanza è stata portata alla mia attenzione, e ho rimediato. E ho fatto proprio bene.


Leggendo gli scritti riguardanti Yates che accompagnano il romanzo nell'edizione di Minimum Fax, si riesce a godere di una visione d'insieme più completa. Yates e John Givings, il pazzo internato in una casa di cura perché evidentemente incapace di fingere una vita di facciata come fanno tutti gli altri personaggi della storia, credo sarebbero andati molto d'accordo.
Yates è uno scrittore disilluso e un profondo conoscitore delle vita cosiddetta normale, della quotidianità, e il suo romanzo ne da grande dimostrazione. I suoi personaggi recitano tutti una parte, mostrano tutti una faccia pubblica che in realtà è molto diversa da quello che pensano e provano davvero (l'unico che dice quello che pensa è, appunto, il figlio dei Givings. Fantastico il momento in cui chiede ai Wheeler se per caso in Europa non si fanno figli). Frank è completamente costruito, tanto da avere addirittura una speciale camminata sexy da usare a suo piacimento. April è un personaggio talmente contorto e complesso da dover ammettere lei stessa di non sapere chi è. I due non solo non si amano, ma a stento si sopportano, e i loro figli sono considerati alla stregua di ingombranti oggetti (credo che in tutto il romanzo non ci sia un solo momento di sincero affetto verso i due bambini, che sono trascurati e confusi, ma si capisce anche che sono i genitori a non provare trasporto per loro, e non Yates).
I Wheeler odiano se stessi, i vicini, gli amici, la casa, il lavoro in città, la vita medio-borghese. Non hanno nemmeno 30 anni, ma sembrano già dei vecchi. Si ritengono intellettualmente superiori ai loro vicini, degli anticonformisti imprigionati nei sobborghi, ma in realtà Frank è il re del conformismo: la casetta in periferia, la bella moglie e i due figli (ovviamente un maschio e una femmina), il treno dei pendolari preso ogni giorno, un'amante in ufficio (che non gli piace nemmeno sul serio, e della quale si stufa in fretta), un lavoro nella stessa azienda dove ha lavorato il padre per tutta la vita, lo scodinzolare davanti al grande capo non appena questi lo degna di attenzioni e gli promette un futuro di successo.
Il piano di fuga di April viene mandato all'aria apparentemente dal destino avverso (ma si sa che il caso non esiste), e così le loro vite precipitano definitivamente in breve tempo verso una conclusione drammatica.
Il romanzo è crudo, cinico, spietatamente lucido nel descrivere la finzione della vita quotidiana, l'insoddisfazione, quello che si prova quando si sente che le cose non vanno come ci eravamo illusi dovessero andare.
I personaggi di contorno sono tratteggiati in maniera volutamente stereotipica (negli stereotipi, in fondo, si nasconde la verità). La signora Givings è un esempio perfetto: una malelingua impicciona ed evidentemente tendente alla depressione (per questo ha bisogno di tenersi costantemente impegnata), che parla e sparla così tanto che il marito (altra finzione) fa solo finta di ascoltarla, mentre in realtà spegne l'apparecchio acustico.
I Campbell, i vicini/migliori amici dei Wheeler, che ne sono così affascinati da fingere di essere come loro. Maureen Grube, l'amante di Frank che finge di essere una ragazza alla moda di città come la sua coinquilina...
Insomma, una storia amara, di quelle che ti fanno valutare anche solo per un attimo la tua vita e quella delle persone che conosci, dei personaggi che ami (poco) e disprezzi (parecchio) allo stesso tempo, e intorno a questo una scrittura cruda e diretta, in cui nessuna frase, nessuna battuta di dialogo viene lasciata al caso.
Yates viene considerato "Uno scrittore per scrittori", e infatti è stato proprio uno scrittore (Nick Hornby) a consigliarmelo in modo appassionato tramite uno dei suoi personaggi, J.J., in "Non Buttiamoci Giù". Yates è morto in povertà, pieno di debiti, trasandato e malato, e i suoi libri non hanno mai raggiunto una vera popolarità di massa mentre era in vita, né per parecchio tempo dopo. Ed è un vero peccato, perché romanzi come Revolutionary Road hanno la capacità di sconvolgerti la visione delle cose (o almento far sì che ti ponga qualche domanda), se gliene dai la possibilità.



"«Ciao!» esclamarono a vicenda.
«Ciao!...» «Ciao!...»  Quest'unica parolina allegra, sbocciata nel crepuscolo che andava addensandosi e rimandata dall'uscio della cucina dei Wheeler, costituiva per tradizione l'annuncio di un ricevimento serale.
Poi vennero le strette di mano, i baci dati con labbra solennemente increspate, i sospiri di amabile stanchezza - "A-a-a-h" e "U-u-u-h" - a suggerire che chilometri e chilometri di sabbia ardente erano stati percorsi per trovare quest'oasi o addirittura che il respiro stesso della vita era stato trattenuto, dolorosamente, in attesa del promesso sollievo. In soggiorno, dopo aver posato appena le labbra con una smorfia allegra sull'orlo gelido dei rispettivi bicchieri, si raccolsero in un attimo di mutua ammirazione; poi si lasciarono andare in varie pose di controllato collasso. (...)"

"...Al ristorante, accostandosi o allontanandosi da lei, ad esempio, Frank non dimenticava mai di camminare alla vecchia maniera "tremendamente sexy" e allorché passeggiavano l'uno accanto all'altra egli riprendeva un'altra vecchia abitudine, quella di tenere il capo eretto in modo innaturale e di sollevare la spalla dalla parte di April qualche centimetro più dell'altra, per apparire un po' più alto a lei che gli si aggrappava al braccio.
Quando accendeva una sigaretta al buio, Frank badava ad atteggiare il volto a un'espressione di virile corruccio prima di sfregare il fiammifero e avvicinare la fiammella nelle mani chiuse a coppa (sapeva, per averlo sperimentato anni prima davanti allo specchio di una stanza da bagno immersa nel buio, che quel gesto abbozzava un rapido ritratto, intensamente drammatico), e prestava scrupolosa attenzione a infiniti particolari: mantenere la voce bassa e risonante, aver sempre i capelli ben pettinati e nascondere le unghie mangiucchiate, essere sempre il primo a balzare dal letto con gesto atletico, il mattino, sicché April non potesse mai vedere il suo volto gonfio e inerme nel sonno (...)"

"...«Sentite un po'», fece John, e ogni altro discorso si spense. «Cos'è successo? Voglio dire, ho sentito che avete cambiato idea. Come mai?»
«Be'», disse Frank, e ridacchiò imbarazzato. «Be', non proprio. Si potrebbe dire che in un certo senso... siamo stati costretti a cambiare idea.»
«Come mai?» Frank fece un passetto di fianco per andare a mettersi vicino alla moglie, anzi al riparo delle sue spalle. «Be'», riprese. «Avrei detto che ormai fosse evidente». E per la prima volta gli occhi della signora Givings furono spinti a notare com'era vestita April. Un abito premaman!
«Oh, April!», esclamò. «Ma è meraviglioso! » Si chiese che cosa si doveva fare in circostanze del genere
(...) e intanto sperava, irragionevolmente, che John stesse zitto. Invece:
«Taci un momento, mamma», disse lui, levandosi in piedi. «Taci un momento, ti ho detto. Non capisco
». E affissò su Frank uno sguardo da pubblica accusa. «Che cosa c'è di così evidente? Voglio dire, d'accordo, è incinta; e con ciò? La gente non fa figli in Europa?» (...)"


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