Un libro nostalgico e incantevole, una raccolta di istantanee di un
passato ormai quasi inimmaginabile, in cui la rete virtuale è
rimpiazzata da una rete di relazioni vere tra persone reali, che
trasmette un calore e un senso di comunità che nei nostri giorni è, per
chi è un pò più vecchio, solo un lontano ricordo.
Non era tutto
rose e fiori, la discriminazione era una realtà che segnava la vita
delle persone ogni giorno in ogni momento, soprattutto in un piccolo
paese dell'Alabama come è Whistle Stop, ma i vicini si conoscevano bene e
sapevano aiutare chi era in difficoltà. Questo e molto altro è quello
che mi ha lasciato la lettura di questo libro, strutturato con
un'alternanza tra il presente (1985) e il passato, raccontato sotto
forma di episodi dall'anziana signora Threadgoode all'infelice Evelyn
Couch. E' la storia della sua famiglia, e in particolare della
scapestrata Idgie e della dolce Ruth. I racconti delle loro gesta,
aiuteranno Evelyn a credere di nuovo in se stessa e a rifarsi una vita.
La penna di Fannie Flagg tratteggia dei personaggi che ti entrano nel
cuore e che fai fatica a salutare, e questo vale sia per i caratteri
principali, in particolare per la gentile e spiritosa Ninny, che per
quelli di sfondo, come la signora Dot Weems e la sua dolce metà, Wilbur.
E nell'ultima pagina, la ricetta dei famosi pomodori verdi fritti
del Caffè di Whistle Stop. Il meglio che c'è, garantisce Ninny
Threadgoode.
"Ognuno di noi ha bisogno di un piccolo lusso, di qualche piccola concessione di tanto in tanto."
Un romanzo carico di poesia e magia. Lo stile della Harris è ricchissimo
di colori, odori, sensazioni intense e tangibili. La vicenda è
raccontata alternando i punti di vista di Vianne Rocher, la straniera,
la donna un pò strega con animo nomade, la madre nubile che arriva nella
letargica comunità di Lansquenet, e di Francis Reynaud, il giovane
curato, che la identifica immediatamente come una minaccia per il suo
gregge, abituato invece ad una vita grigia e rispettosa delle regole.
Con il suo modo di fare franco e la sua solarità, Vianne entra nel
cuore degli emarginati (la signora anziana sopra le righe, la donna
picchiata dal marito, il vecchio che ha solo il suo cane a fargli
compagnia) di Lansquenet, e li aiuta a ritrovare la felicità. E quando
in paese arriveranno anche gli zingari di fiume, le cose inizieranno a
cambiare velocemente, e anche Vianne sarà costretta ad affrontare le sue
paure e il fantasma della madre, una volta per tutte.
Devo dire
che, pur non avendo mai letto il romanzo, avevo visto il film moltissime
volte, e lo consideravo uno dei miei preferiti (così colorato e
allegro, e con Johnny Depp così affascinante nei panni dello zingaro
Roux). Ma appena ho finito il libro, ho riguardato il film e ho potuto
constatare che hanno quasi completamente stravolto la storia (anzi,
direi completamente, visto che nè le origini di Vianne, nè il finale
della storia sono fedeli al libro. Nemmeno il personaggio di Reynaud è
corretto, dato che nel film è il sindaco del paese, e non il curato), e
il film trasmette molto poco della magia del romanzo, nonostante la
storia rimanga bella, e di certo ben recitata.
Quindi, se avete
amato il film, leggete assolutamente il libro, perchè lo amerete dieci
volte di più, a patto di considerarle due storie simili ma differenti.
"Non credo nelle premonizioni. Non come ci credeva lei, come un modo di
tracciare le linee casuali del nostro percorso. Non come una scusa per
l'immobilismo, una stampella per quando le cose vanno di male in peggio,
una razionalizzazione del caos dell'anima."
"C'è un alone di stregoneria in tutta la cucina: la scelta degli
ingredienti, il modo in cui vengono mescolati, grattugiati, sciolti, le
infusioni e come si insaporiscono, le ricette prese da vecchi libri, gli
utensili tradizionali - il pestello e il mortaio - gli stessi con cui
mia madre preparava l'incenso, adibiti a uno scopo più domestico, le
spezie e gli aromi che perdono la loro raffinatezza e lasciano il posto a
una magia più primitiva e sensuale. È quella specie di fugacità di
tutto questo ciò che mi delizia: tanta cura amorevole, tanta abilità e
esperienza riposte in un piacere che dura solo un momento, e che pochi
apprezzeranno davvero."
"«Non penso che esista una cosa come un buon o un cattivo cristiano», gli ho detto. «Ci sono solo persone buone o cattive»."
"Nessuna vita è sprecata,l'unico tempo che sprechiamo è quello che trascorriamo a pensare di essere soli."
Una storia dolcissima che riempie il cuore, una vera favola che racconta
la storia di un uomo infelice, Eddie. Un uomo comune, che ha vissuto
una vita costellata di sofferenze: il cattivo rapporto con il padre,
l'orrore della guerra e della prigionia, la malattia della madre che lo
ha condannato ad un lavoro umile e senza ambizioni, la prematura morte
dell'amata moglie, e l'indebolimento del corpo.
Un uomo abituato a
tirare avanti, a sopravvivere più che a godersi la vita, e che un giorno
muore in un modo violento ed imprevisto il giorno del suo compleanno.
Dopo essere morto, Eddie incontrerà cinque persone che, ripercorrendo
la storia della sua vita, lo aiuteranno ad apprendere cinque importanti
lezioni che daranno finalmente un senso alla sua vita.
Il racconto di Roth, pubblicato postumo nel 1939 e dal sapore
autobiografico, è intriso di amara speranza. Speranza, perchè le
giornate di Andreas, clochard parigino rassegnato al suo destino, viene
improvvisamente sconvolta dall'incontro con un misterioso signore, che
gli fa dono di 200 franchi, e questo evento dà il La ad una serie
di coincidenze e circostanze miracolose che fanno credere allo stesso
Andreas di essere ad un punto di svolta.
E ci troviamo ad illuderci
insieme al protagonista, perchè "(...) tutto era come ai vecchi tempi, ai tempi prima della prigione".
Ma sappiamo che è appunto solo un'illusione, e nel profondo ne è
consapevole anche Andreas.
Insieme alle circostanze fortunate, si
moltiplicano anche le casualità che fanno sì che Andreas non riesca a
portare a termine il compito che si era prefissato, ossia il saldare il
suo debito, e questa amarezza di fondo ci impedisce di credere davvero
che ci sarà un lieto fine.
"Io leggo per un sacco di motivi. Generalmente
tendo a frequentare lettori e ho paura che, se smettessi di leggere,
loro non vorrebbero più frequentare me (sono gente interessante e sanno
un sacco di cose interessanti, ne sentirei la mancanza). Sono anche uno
scrittore e ho bisogno di leggere per ispirami e per istruirmi e perché
voglio migliorare, e solo i libri possono insegnarmi come. A volte,
certo, leggo per scoprire delle cose: a mano a mano che invecchio,
sento sempre di più il peso della mia ignoranza. Voglio sapere com'è
questa o quella persona, vivere in un posto o in un altro. Amo quei
dettagli sui meccanismi del cuore e della mente umana che solo la
narrativa ci può illustrare, i film non si avvicinano abbastanza."
Tanto amore per la parola scritta, in qualsiasi forma: ecco cosa viene fuori dalle pagine di questo libro, che in realtà è
una raccolta di articoli scritti da Hornby per la rivista Belivers tra
settembre 2003 e giugno 2006. Mese dopo mese, Hornby commenta i libri
che negli ultimi 30 giorni ha acquistato e letto (e gli innumerevoli
altri libri che ha acquistato ma che sa già che non leggerà mai, il tratto caratteristico di ogni lettore compulsivo. Come ti capisco, Nick...), con un
unico criterio di selezione: si tratta di libri che gli interessano
davvero, non che gli viene imposto da recensire.
Così, possiamo
apprezzare l'eterogeneità delle sue scelte letterarie (dai classici di
Dickens, ai libri sugli sport, alla biografia dei Motley Crue, tutti
commentati con ironia, umorismo ma anche, quando è il caso, appassionata
serietà) insieme alla freschezza della sua scrittura, in questa
raccolta che alla fine risulta appassionante e coinvolgente come un
romanzo.
Mi ha fatto venire voglia di leggere, leggere, leggere, e
soprattutto mi ha fatto venire voglia di andare in una libreria con i
suoi "consigliati", e di fare man bassa. Intanto, ho iniziato subito
acquistando il David Copperfield di Dickens. Ne ha parlato in modo
talmente appassionato, che sono andata a prenderlo immediatamente. Se
Hornby lo sapesse, sono sicura che se ne compiacerebbe.
"Tutti sappiamo che probabilmente le circostanze
in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso"
Ieri sera sono andata a vedere i The Cinematics al Covo. Non li conoscevo per niente, ma da quanto avevo letto sul giornale di ieri (gruppo indie scozzeze al secondo album, influenze Joey Division, Cure, Arctic Monkeys... anche se a mio parere c'è un bel pò di influenza Editors, in aggiunta) promettevano molto bene, e devo dire che le mie aspettative non sono state deluse.
Acustica del locale pessima ogni oltre immaginazione, ma il gruppo davvero bravo, in particolare il cantante, Scott Rinning, bello carico e con una voce davvero interessante. Davvero un gruppo che rende molto meglio dal vivo che non da studio (ho acquistato il loro primo cd "A strange education" al merch, e me lo sono ascoltata per benino stanotte).
Spero che quando torneranno in Italia li faranno esibire in un posto con un impianto un pochino più decente (o con un tecnico audio migliore, magari...)
Niente countdown quest'anno, peccato... mi è dispiaciuto, ma davvero non ho avuto tempo, ottobre è stato un mese frenetico e il tempo in rete lo passo con il contagocce, quindi... peccato perchè c'erano un pò di film che lo scorso anno non avevo messo, e ci tenevo a menzionare quest'anno (ad esempio, Beetlejuice, grossa imperdonabile dimenticanza dello scorso countdown). Non ho nemmeno cambiato il tema del blog e i widget etc etc... evabbè, sarà per la prossima, stavolta la vita vera ha preso il sopravvento (mio malgrado?) su quella virtuale (la casa, ad esempio, è completamente addobbata dentro e fuori, per la gioia dei miei vicini ^^) Però un passaggio per gli auguri non potevo non farlo!!! Quindi: happy Halloween a tutti!!!
Invece di mettere un video per ogni brano, come ho fatto per Absolution, metto un concerto intero. Dusseldorf, 18 dicembre 1999. Amo incommensurabilmente questo live.
Sono appena tornata dal cinema. Finalmente, dopo aver evitato strenuamente qualsiasi spoiler anche minimo, sono andata a vedere Inception. Spettacolo delle 18:15 di domenica, sala piena, pubblico perfetto, che non si è trasformato in una mandria di capre belanti e borbottanti nemmeno quando, a circa mezzora dalla fine (ovvero in pieno pathos -.- vaffanculo) per un problema tecnico la proiezione si è improvvisamente interrotta per alcuni minuti. Qualche sorriso, qualche commento, un fuggi fuggi generale in bagno (maledetti menu maxi dei multisala. Ma io non lascio il mio posto al cinema finchè non è finito il film. E' una cosa sacra, perdinci), e poi quando è ripresa la proiezione nel giro di due minuti eravamo tutti completamente rapiti di nuovo. Non che fosse uno sforzo, dato che il film è davvero una cosa incredibile. Spettacolare. Avevo letto qualche commento su FB e sapevo che era stato apprezzato, ma non mi aspettavo una cosa così. Certo, sapendo che è di Nolan dovevo immaginarlo, ma non pensavo davvero che arrivasse ad un tale livello di complessità e coinvolgimento visivo e strutturale. Mi ha ricordato Matrix e mi ha ricordato Stay, ma attualizzati e portati all'estremo. Cinque livelli di realtà portati avanti in contemporanea con una chiarezza e al contempo una complessità spettacolare. La trama è coinvolgente, fitta di spunti (la percezione del tempo differente a seconda dei livelli, il"calcio", la sorveglianza del subconscio, tanto per dirne un paio) e davvero originale (non dimentichiamoci che ormai siamo spettatori scafati, sorprenderci è diventata una cosa dura. I finali a sorpresa e le realtà alternative sono pane quotidiano per quelli della nostra generazione cinematografica). La fotografia è fantastica, il ritmo è un crescendo continuo. E ci sono delle scene che sono già di loro un capolavoro (prima su tutte la scena di lotta a gravità in continuo cambiamento. Una cosa visivamente eccezionale. Poi la scena in cui Arianna si rende conto di essere in un sogno e tutto esplode, davvero intensa. E la scena più meravigliosamente onirica, quella di Arianna che fa i primi esperimenti di architettura). Il cast poi è veramente il tocco finale. A parte il fantastico Leo di Caprio, che ho sempre considerato un grande attore fin dal tempo di quella interpretazione magistrale in "Buon compleanno Mr. Grape" (la sua carriera quasi ineccepibile ha schiaffeggiato pesantemente quelli che, ai tempi di Titanic, lo sbeffeggiavano come il classico ragazzetto belloccio senza talento), una piacevolissima sorpresa per me è stato ritrovare (ricordiamoci che ero spoiler free, non sapevo nulla del cast) Joseph Gordon-Levitt, attore di grande talento che probabilmente a seguito di questa parte finalmente riceverà la giusta spinta in alto (casualmente, ho parlato pochi post fa - QUI - di un altro film in cui è protagonista, il meraviglioso 500 days of summer, la mia storia (non) romantica preferita), insieme alla fantastica Ellen Page (se non avete ancora visto Juno vergognatevi e rimediate!) e alla splendida Marion Cotillard (che se dico Edith Piaf ho detto tutto, ma io amavo la sua dolcezza da Big Fish). Oltre a loro, Christian Bale... no, scherzavo, in realtà è Cillian Murphy, ma qui è davvero simile a Bale!!! Comunque, non dico più nulla del film per evitare di rovinare la visione a qualcuno. Di sicuro già un cult. Spero di riuscire a incastrare un'altra visione al cinema, poi lo acquisterò in dvd perchè merita di essere comprato e visto al suo meglio. E non perdetevelo, andate a vederlo al cinema, non ve ne pentirete.
PS (spoiler alert! Non leggete, sennò vi si fissa in testa e vi si rovina il finale): ma per voi la trottola si ferma o no? Per me no, me lo aspettavo praticamente da metà film in avanti. Scelgo l'interpretazione sogno...
...e di conseguenza amo Chris Colfer. Oltre ad essere fin dall'inizio il mio personaggio preferito di Glee, a mio parere è quello con la voce più bella e interessante di tutto il cast (sì, sì, lo so, Rachel -Lea Michele- ha una voce stupenda blablabla... ma la voce di Chris è sicuramente meno "normale" e più interessante. A mio parere, ecco)
E sì, la voce ce l'hanno per davvero, non è una finzione. Watch this:
(detto tra noi, se non fosse così giovane e così gay, mi ispirerebbe pure dei bei pensieracci, dato che oltre a una bellissima voce ha pure dei lineamenti stupendi. Ma ha tipo 14 anni meno di me, quindi contengo i pensieri zozzi, ecco U_U)
Track 2: Apocalypse Please (early version. Montreaux 2002, gran concerto)
Track 3: Time is Running Out (video mio, Bologna 2009. Tanti ricordi.)
Track 4: Sing for Absolution (Glasto 2004, una delle migliori performance, una data fondamentale)
Track 5: Stockholm Syndrome (T in the Park 2004. Quanto spaccaaaaa!!! Il 2004 è stato un anno di Stockholm Syndrome dagli outro spettacolari, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Comunque questa sta nella top 2 insieme a quella di Glasto, stesso anno)
Track 6: Falling Away with you
Track 7 + Track 8: Interlude + Hysteria (si sente basso, ma il video è ottimo. E io ero lì davanti)
Track 9: Blackout (Facile scegliere: Wembley 2007, ovviamente. Lo stadio, le sfere, le ballerine. Magico)
Track 10: Butterflies & Hurricanes (dovrei postare quella di Wembley o quella di Glasto, ma preferisco il mio video scrauso di Torino, 4/12/2009. Perchè è stata un'emozione enorme. Una canzone davvero importante per me, un testo meraviglioso. Anche qui, tanti ricordi)
Track 11: The Small Print (canzone non quotatissima, ma io personalmente l'adoro. Rock Am Ring 2004. Chris vocals in questo pezzo = *__*)
Tra la track 11 e la track 12, nella release giapponese dell'album c'è un pezzone: Fury (live obbligatorio: Royal Albert Hall 2008 - a Londra ci sono andata in pellegrinaggio XD)
Track 12: Endlessy (non la amo particolarmente, anzi, mi annoia. Però c'è, quindi... Wembley Arena, 2003)
Track 13: Thoughts of a Dying Atheist (che in questi giorni si sente per tv come pubblicità di un auto. Certo, senza la voce, perchè se qualcuno capisse il testo non so se la macchina la comprerebbe lo stesso XP Big Day Out, 2004)
Track 14: Ruled by Secrecy (bè, ovviamente un video da Wembley di quest'anno. Non il mio video, perchè si sente solo ma non si vede una mazza. E all'assolo di pianoforte + voce sono state lacrime)
HAPPY BIRTHDAY ABSOLUTION. Il secondo capolavoro dei Muse.
Sono tornata da qualche ora da Londra. Un post veloce veloce solo per commentare in breve i due giorni passati nella magnificenza del Wembley Stadium a vedere i Muse. Che dire... non lo so nemmeno io, è stata un'esperienza incredibile. Magari in seguito mi dilungherò sull'organizzazione eccezionale e impeccabile che ha sostenuto questo evento, che in due giorni ha portato credo non meno di 140.000 persone a vivere intorno allo stadio, eppure in due giorni non ho visto neanche un accenno dello schifo che ho trovato invece a San Siro. Ma a parte l'efficenza inglese a confronto con la "facciamo alla come cazzo viene" italiana... a parte questo... Wembley Stadium. Muse. Due date consecutive, il venerdì e il sabato. Un sogno diventato realtà, a dir poco. Il venerdì la scaletta a dire la verità è stata un pò triste, a parte Butterflies & Hurricanes (sempre pezzone, sempre gradito, ma niente di nuovo insomma), Soldier's Poem (carina, ma è cortissima, non è che si può considerare un pezzone) e I Belong to You (che sono stata contenta perchè in questo tour ancora non ero riuscita a beccarla, e mi piace un sacco) a movimentare un pò la solita scaletta fotocopia, non si sono sentite le chicche chiccose che tutti ci aspettavamo di sentire sul prato (rivestito) di Wembley. Ma chissene, io ero lì dentro in quello stadio immenso, in prima fila attaccata alla transenna lato Matt, dove avevo sempre sognato di stare ogni volta che vedevo il dvd di H.A.A.R.P. Io e le mie orecchie rosa da coniglio con le lucette e la Vale e la Odile. E visto che non ho dovuto usare tutte le forze che avevo per mantenermi in vita, come è successo a San Siro, ho potuto passare due ore spettacolari a cantare e urlare e saltare e divertirmi. E durante Take a Bow, mentre Matt vagava sulla piattaforma in mezzo allo stadio e Chris aspettava di attaccare a suonare di fronte a dove stavamo noi, gli ho fatto ciao ciao con la manina e lui ci ha fatto ciao ciao indietro, causandoci un embolo per la sorpresa. Il sabato eravamo in tribuna fronte palco, al livello 2 (il più caro perchè il migliore), e ho rosicato tantissimo perchè volevo stare di nuovo in transenna, e ho fatto di tutto per scambiare il biglietto, ma dato che non ce l'ho fatta mi sono rassegnata. E devo dire che ne sono stata contenta, primo perchè in 6 date che ho fatto in questo tour, è la prima volta che vedo lo spettacolo nella sua interezza, essendo sempre stata attaccata al palco. Secondo perchè comunque si poteva stare in piedi e saltare senza problemi, e abbiamo saltato davvero fino allo sfinimento, e cantato e urlato fino a non avere più voce. Terzo e più importante di tutto: l'acustica di Wembley, architetturalmente studiato apposta per esaltarla al meglio, unita alle sonorità dei Muse, ci ha regalato un'esperienza sonora allucinante e indimenticabile. Non ho mai sentito niente di simile in tutta la mia vita. La voce e la chitarra soprattutto, ma tutta la musica, ogni suono ti vibrava dentro e ti scavava nel profondo. Giuro che non ho mai pianto ad un concerto in vita mia. Pur emozionandomi, tendo piuttosto a ridere di gioia. Magari mi si inumidiscono un pò gli occhi, ma niente di più. Sabato invece ho pianto come una fontana. La scaletta ha aiutato, devo dire: in aggiunta alle solite, BLISS (FALSETTO PANICOOOO), CITIZEN ERASED (DIOOOOO!!!! E' il mio pezzo preferito in assoluto, e non l'avevo mai sentito dal vivo. Sono impazzita quando ho sentito l'attacco, e per tutto il pezzo tremavo come una foglia...), MK ULTRA (bordello!!!!!), RULED BY SECRECY (DIOOOO di nuovo!!! A parte che l'avevo votata nel sondaggio, perchè desideravo tanto sentirla in uno stadio, è una canzone che mi strugge e mi scava dentro e il pezzo di piano mi spezza il cuore. Pure lei non l'avevo mai sentita dal vivo, e sono state lacrime. Ma già da inizio concerto, perchè al doppio falsetto mostruoso di Bliss, si sono rotti gli argini e sono partita a singhiozzare come una deficiente. Tremore e lacrimoni per Citizen, singhiozzi di nuovo durante Stockholm Syndrome (questo è inspiegabile, è un pezzo che adoro perchè pompa tantissimo e carica di brutto, e mi sono cacciata a piangere... mah...), lacrimoni per l'Exogenesis, lacrimoni per Ruled by Secrecy... e lo so che a dirlo sembra stupido, ma vi assicuro che è colpa dell'acustica dello stadio sommata alla voce di Bellamy. Di lui si possono dire tante cose, ma ha una voce pazzesca. I suoi falsetti più potenti ti scavano nel cervello, e non ho mai sentito in vita mia delle sonorità così nitide e profonde come ho sentito sabato. Chi ha la possibilità, provi ad andare a vedere un concerto a Wembley dal livello 2 di fronte al palco e mi dica. Vabbè, basta, sto diventando una Muser malinconica... che ci posso fare, nonostante certe cadute io li amo profondamente, e ogni volta che li vedo mi innamoro di nuovo... Comunque, ha completato il weekend musaiolo l'invito mandato da Chris (bassista) via Twitter a trovarsi The Hive per una partitella di calcio ieri pomeriggio alle 4. Ovviamente non si può mancare, quindi via a tifare per il team Muse (squadra di fan, vari ed eventuali capitanati da Mr. Wolstenholme in tutta la sua possenza) contro il team Wembley (che più probabilmente era una squadretta vera). Orgoglio Muser difeso dal gol messo a segno da Chris, che però, pur sommandosi ad un paio d'altri, non è bastato a vincere. Diciamoci la verità: i nostri hanno fatto piuttosto lezzo, hanno toccato palla raramente. Ma ci siamo divertiti molto, e alla fine ho rimediato autografo di Chris (ALLELUJA! Un Muse intanto finalmente ce lo abbiamo, dopo tanta fatica!) e foto rubata (nel senso che non era in posa).
In futuro magari scenderò nel dettaglio e posterò foto e video. E adesso iniziamo ad aspettare il prossimo album, sperando che "more intimate" nella testa di Matt non si equivalga ad un qualcosa sul genere Neutron Fuck Collision.
Videino volante tanto per gradire. Una ripresina del primo giorno dalla transenna, consiglio di AZZERARE IL VOLUME (la mia fotocamera schizza con la cassa di fronte), tanto si capisce lo stesso che è Undisclosed Desires, basta la presenza della Keytar :)
Incredibile ma vero, sono svariati mesi che non digito una riga, trascurando il blog. Non per dire, ma di cose in questo periodo ne ho fatte eccome: avrei dovuto parlare del super concerto dei Muse a San Siro (durante il quale ho rischiato la vita in più occasioni, ma ragazzi se ne è valsa la pena!), del viaggetto nella campagna di Bruxelles per andare a vedere sempre i soliti Muse al Rock Werchter Festival, del nubifragio che si è abbattuto su di me e sugli altri che come me avevano malauguratamente deciso di arrischiarsi all'Heineken Jammin Festival a Mestre per vedere Rise Against, Editors, 30 Seconds to Mars e Green Day (per fortuna li amo tutti, così è stato un dramma solo relativo la cancellazione dei Green Day. E' bastato autoconvincermi che non avrebbero mai dovuto suonare, e che dormire in tenda con i vestiti fradici sia stata una mia scelta volontaria), della settimana passata a disfarmi le scarpe su e giù per le strade di Praga... insomma, di cose ne sono successe, se vogliamo, solo che io sono stata troppo pigra e non le ho buttate giù. Il fatto è che io e la rete d'estate non andiamo troppo d'accordo. Mi scazza accendere il pc e passare le mie giornate a sudare sulla tastiera, aggiornando i social network e pensando a qualche commento intelligente da scrivere (e non me ne vengono mai neanche d'inverno, figuriamoci d'estate). Ma non è detto che prima o poi non mi metta a buttare giù i post trascurati. Ho parecchie foto e video di ogni evento, quindi alla fine qualcosa potrei tirarci fuori, invece che lasciarli ad ammuffire sul mio Hard Disk. Comunque, vabbè, passavo di qua per caso e principalmente per dire: minchia, tra una settimana mi aspettano due concerti dei Muse a Wembley, uno venerdì 10 e uno sabato. 11 Dopo aver passato più di due anni a consumare il dvd di H.A.A.R.P. (che per chi non lo sapesse, contiene il filmato dei loro primi e finora unici concerti a Wembley, il 16 e 17 luglio 2007), non mi sembra ancora vero. Partirò in effetti mercoledì mattina e tornerò poi il lunedì sera, che è dal 2007 che non torno a Londra, e ho voluto unire al viaggio/pellegrinaggio da groupie accanita anche una mini vacanzina nella città che mi ha rubato il cuore, 5 giorni ci stanno di brutto!
(PS: il secondo giorno per mia grande gioia apriranno, tra gli altri, anche i White Lies *_*)
Sarà che adoro Zooey Deschanel (sul serio, ho una venerazione per questa donna), sarà che ho nel cuore i video di Marc Webb, sarà la colonna sonora veramente mmmhhh, sarà la storia non convenzionale, il montaggio non così banale o alcune trovate assolutamente divertenti, ma questa commedia mi è piaciuta davvero moltissimo, oserei arrischiarmi a dire che è entrata nella mia top ten delle commedie romantiche. Ah: e il ragazzino di Una famiglia del terzo tipo (3rd Rock from the Sun) è cresciuto DAVVERO bene :P
(Secondo me il trailer tra l'altro rende pochissimo il "clima" del film, e lo fa apparire come una banalissima commedia tradizionale...)
Una delle scene più carine del film: dopo tanti sospiri, finalmente Tom riesce a "concludere" con Sole, la ragazza dei suoi sogni. Il giorno dopo:
Un tumore allo stomaco si è portato via Ronnie James Dio, una delle più grandi voci del Metal.
Per una strana malattia della mia mente, ora quando penso a lui mi è inevitabile fare l'associazione con i Tenacious D, prima ancora che con i Black Sabbath, quindi devo mettere anche questo video...
Stanotte ho visto l'episodio finale della 5 stagione di Supernatural. Meno male che sapevo che hanno già firmato per la 6, sennò mi sarei preoccupata parecchio. E' stata una puntata terribile e struggente, un pò come tutta la quinta stagione.
L'ho rivisto ieri pomeriggio dopo molti anni, ed è stato un pò come ritrovare un vecchio amico. Quando ero adolescente, lo facevano periodicamente per tv. Era un film da pomeriggio di Italia 1, pur non essendolo affatto. Ma forse quelli che si occupavano della programmazione dei pomeriggi estivi di Italia 1 non si erano soffermati ad analizzare per bene la profondità di questo piccolo capolavoro. Il film si basa sul racconto "Il corpo", contenuto nella raccolta "Stagioni Diverse" di Stephen King. Ora, tutti quelli che mi conoscono sanno che io nutro un'assoluta venerazione per King e blablabla, però non credo di essere troppo di parte nel dire che questa raccolta è come uno scrigno contenente tesori rari, perchè oltre a "Il corpo", ci sono anche "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank", da cui è stato tratto un altro capolavoro cinematografico come "Le ali della libertà", e "Un ragazzo sveglio", a cui è ispirato il film "L'allievo". Il quarto racconto, "Il metodo di respirazione", che io sappia non ha ancora avuto una trasposizione cinematografica, ma magari ci arriveremo :)
Tornando a "Stand by me" (è uno di quei rari casi in cui sono molto più affezionata al film che al racconto. Unica nota negativa: Castle Rock è nel Maine, non nell'Oregon... ma avendo poi il regista Rob Reiner fondato la casa di produzione Castle Rock, direi che lo si può perdonare per questa variazione ^^), pur rivedendolo dopo tanti anni mi sono resa conto di conoscerlo ancora a memoria, e che ancora oggi, come già mi accadeva un tempo, mi ha fatto venire voglia di mettermi a camminare lungo una ferrovia, alla ricerca di una crescita interiore. E ho ricordato quanto mi avesse ossessionato questo film quando ero giovane, perchè mi ero ripromessa che mai avrei permesso ai miei di fare preferenze tra me e mio fratello, soprattutto in suo sfavore. Non volevo che si sentisse come Gordon Lachance. Ironico il fatto che poi sia finita in modo molto simile, da un certo punto di vista. Ma questa è un'altra storia e la racconteremo un'altra volta, per dirla alla Michael Ende.
Comunque, se qualcuno al mondo non ha mai visto questo film, rimedi immediatamente, è un ordine! Il regista è Rob Reiner, che ha girato anche altri film che amo tantissimo come La Storia Fantastica (favoloso, semplicemente favoloso), Misery non deve morire, Harry ti presento Sally e Codice d'Onore. Se non basta, posso citare anche il cast stellare: John Cusack, giovanissimo, nei panni di Danny Lachance; Kiefer Sutherland, pure lui davvero giovane, nei panni di Asso Merril; Richard Dreyfuss è Gordon da grande. Ma le vere star sono i ragazzini: a parte grande Corey Feldman, spettacolare prima apparizione sul grande schermo per Jerry O'Connell, che qui fa il bimbo ciccione sfigato Vern (notare che il doppiatore era specializzato nei bimbi ciccioni sfigati, perchè è lo stesso che doppia Chunck ne I Goonies), ma che tutti ricordiamo soprattutto per serie indimenticabili come Il mio amico Ultraman e soprattutto I Viaggiatori:
Jerry O'Connell nel 1986: E come invece lo conosciamo tutti:
Menzione speciale per River Phoenix, che qui interpreta Chris Chambers, il ragazzo che è sveglio, intelligente e pieno di potenzialità, ma che si porta dietro l'infamia del nome, e per questo è destinato a fare una brutta fine (il cognome Chambers è forse indice di una qualche preferenza speciale da parte di King, visto che è anche il cognome di uno dei suoi personaggi più importanti, Jake Chambers, il ragazzino della saga della Torre Nera. Un caso? Sì, bè, può essere... fatto sta che sono due personaggi molto belli).
Triste e con un che di profetico, visto come sono andate poi le cose, è l'ultima inquadratura di Phoenix, alla fine del film: saluta con la mano e si dissolve, mentre la voce narrante racconta di come muore.
Manco dalla rete da praticamente 3 giorni, ho fatto un pò di roba da venerdì ad ora e mò domani mi trovo con un pò di mail & messaggi FB vari da sbrigare... ma non è per parlare di questo che sono passata di qua. Come suggerisce il titolo del post, ho aperto il pc perchè ho appena finito di vedere District 9, un film davvero interessante diretto da Neill Blomkamp e prodotto da Peter Jackson di cui avevo sentito parlare in un paio di occasioni e che mi ha colpito molto. Candidato a 4 premi oscar, il film è una rappresentazione fantascientifica di concetti purtroppo sempre molto attuali, come la xenofobia e la segregazione razziale.
Il film è ambientato in sudafrica, a Johannesburg (il titolo infatti deriva da un'area di Cape Town, denominata District Six durante l'apartheid), e si basa sul cortometraggio "Alive in Joburg" del 2005, che costituisce una specie di "prequel" degli eventi narrati nel film. Il Distretto 9 è un'area in cui vengono confinati degli alieni approdati sulla terra negli anni 80. La loro astronave è arrivata nel 1982, carica di questi esseri bipedi dall'aspetto vagamente simile a quello di crostacei (infatti gli alieni vengono chiamati in modo spregiativo "gamberoni" dai terrestri), ammassati, denutriti e spersi. Loro a quanto pare non riescono a ripartire, probabilmente a causa di una avaria all'astronave madre, e dato che i terrestri non sanno bene che fare, li rinchiudono in questo centro di accoglienza, che diventa nel corso dei successivi vent'anni un vero e proprio campo profughi. (copio da Wikipedia): "Gli alieni vengono controllati dalla Multi-National United (MNU), una compagnia multinazionale che studia il modo di sfruttarne l'avanzata tecnologia e la potente attrezzatura bellica, non utilizzata dagli alieni, e non utilizzabile dagli umani in quanto ad attivazione specie-specifica. Dopo varie contestazioni degli abitanti di Johannesburg per via delle continue rivolte degli esseri alieni, che non accettano di essere rinchiusi nello spazio a loro riservato, il governo sudafricano decide di spostarli in una zona franca a 240 km dalla metropoli. Per questo compito viene nominato capo squadra Wikus Van De Merwe, genero del capo della MNU. Ragazzo "per bene", ma sciocco, superficiale ed ingenuo, posizionato in un ruolo chiave solamente per la sua parentela coi vertici della multinazionale. Wikus, spinto da un forte senso del dovere, preoccupato più dai formalismi legali dell'operazione che da una sensibilità nei confronti degli extraterrestri tenta sin dall'inizio di approcciare gli alieni in modo formalmente pacifico, anche se in maniera piuttosto rozza, dove durante le prime fasi dello sgombero arriverà a dare alle fiamme, con superficiale noncuranza, una nursery aliena piena di uova in incubazione. Tutte le operazioni si svolgeranno su una sottile linea di equilibrio tra un tentativo apparente di salvaguardare i diritti degli alieni ed evitarne violazioni, ed una evacuazione forzata da parte di personale fortemente militarizzato e pesantemente armato dall'approccio aggressivo. Durante la perquisizione all'interno di una delle capanne del "Distretto 9", Wikus rinviene un cilindro metallico contenente un liquido misterioso che accidentalmente gli schizza negli occhi, provocandogli l'insorgere di strani sintomi. Giunto in ospedale per accertamenti, tali sintomi vengono identificati per ciò che sono realmente: le manifestazioni iniziali di una mutazione genetica nel DNA dell'uomo, con inserimento di geni alieni. Wikus viene subito prelevato con la forza e sottoposto ad una serie di esami invasivi da parte degli scienziati dell'MNU. È in programma una dissezione mortale per prelevare i tessuti e utilizzarli a fini bellici. Per sfuggire ad una morte certa, l'uomo decide allora di fuggire e di andare a rifugiarsi all'interno del Distretto 9. (...)"
Davvero molto bello. Parte del film è girata con approccio documentaristico, con riprese simili ad interviste, approfondimenti giornalistici e video di telecamere di sorveglianza che lo rende di certo abbastanza originale. Lo consiglio agli amanti del genere, ma anche a chi vuol vedere un bel film.
Da anziana giocatrice dei Sims quale sono (ho iniziato a giocare a The Sims 1 nel 2000, e ho lasciato prima alla Maxis e mò alla EA davvero tanti soldini con i tre giochi base e le mille espansioni), sono rimasta STUPEFATTAMENTE STUPEFATTA (e irrazionalmente felice!)quando ho lanciato il filmato di presentazione della prossima espansione (in uscita a giugno, e con la quale, finalmente, seguiremo i Sims anche al lavoro... o almeno così pare) e ho sentito la canzone che hanno scelto per il trailer *__*
Ecco il trailer (quanto sbavo °ç°)
Ed ecco qui il video originale della canzone: Rise Against, Savior
Accipicchia... così mi fanno venire voglia di prendere il biglietto per l'Heineken, per andarli a vedere per la quarta volta... *w*
... e per questo lo consiglio a chiunque sia interessato ad andare un pò ad approfondire quello che la Chiesa pretende di farci credere, e vedere cosa c'è realmente alla base. Ossia, niente.
L'autore è Piergiorgio Oddifreddi, già famoso per "Il matematico impertinente" (che sto leggendo ora) e "Il matematico impenitente". Non si tratta di una provocazione pura e semplice, si tratta di una vera e propria analisi delle Scritture, dall'antico al nuovo testamento, dai Vangeli alle varie Lettere. Il confronto scientifico ed approfondito tra queste fonti (a volte in pura contraddizione anche tra loro stesse) e le testimonianze storiche, porta a metterne in dubbio alcune e a sconfessare totalmente buona parte delle altre. Il "fedele medio" è abituato a non porci troppe domande su quanto ci viene letto in Chiesa durante la Messa, e a non mettere mai in dubbio i cosiddetti "Dogmi". Ma quando sono stati inseriti questi Dogmi? Chi li ha introdotti e a seguito di quale evento storico? Le risposte a questi ed altri dubbi "di fede" vengono sviscerate in questo libro, a volte un pò ostico nelle lettura (è un saggio vero e proprio, con mille citazioni e traduzioni dal latino e riferimenti a fonti, non una letturina veloce), ma sicuramente illuminante. Per chi ha la mente aperta, ovviamente. E per la serie "forse non tutti sanno che": lo sapevate che agli inizi del 2005 l'allora Cardinale Ratzinger venne incriminato da parte di una Corte distrettuale del Texas per connivenza nei reati (si parla dello scandalo dei preti pedofili che è scoppiato in quegli anni negli USA) e ostruzione alle indagini? Solo che nel settembre dello stesso anno il ministero della Giustizia degli USA ha ordinato al tribunale di archiviare la pratica perchè, essendo Ratzinger nel frattempo diventato Papa, egli ora gode di immunità in quanto capo di Stato, e il procedimento penale sarebbe incompatibile con gli interessi della politica estera degli Stati Uniti ("Perchè non possiamo essere Cristiani (e meno che mai Cattolici)", pag 221)
Quando ero teenager era tra i miei attori preferiti, non nel senso di "quelli più bravi", ma piuttosto "quelli a cui ero più affezionata". Certo, il suo compare Corey Feldman lo batteva di parecchio, però lo stesso Corey Haim ha sempre avuto un posticino nel mio cuore anni 80, e adesso che ho letto della sua morte, avvenuta lo scorso 10 marzo, un post per un ultimo saluto glielo voglio proprio dedicare.
Non voglio mettere immagini di come era da adulto, perchè nemmeno lo avrei riconosciuto se lo avessi visto. Così è come lo ricordo io (e, credo, la maggior parte degli altri della mia età)
E un video di ognuno dei 3 film che ricordo con più affetto:
Primo, ovviamente, Ragazzi Perduti (di cui ho già parlato ampiamente durante il countdown di Halloween, qui ):
Poi il classico Kinghiano Unico indizio la Luna Piena:
E infine un film che ho visto diverse volte nei pomeriggi di estate su Italia 1 (all'epoca), che non è horror ma teen movie davvero carino (credo di averla ancora registrata su una qualche videocassetta, la cercherò), ed è un pò un classico al pari dei film di Molly Ringwald (quella di Sixteen Candles, Breakfast Club e Bella in Rosa, non quella attuale di The secret life of an american Teenager... ma sto divagando): Licenza di Guida
Sono rientrata dalla convention di Supernatural, dopo 3 giorni di stancante e surreale puro delirio all'Hilton di Fiumicino. Ci sarebbe moltissimo da dire, ma (almeno al momento) mi limito a un paio di foto, e poi svengo a nanna.Ma queste non le posso non mettereCon Jensen Ackles (Dean Winchester) e Misha Collins (Castiel). La mattina (domenica, il terzo e ultimo giorno) mi ero svegliata, mi ero guardata allo specchio e mi ero depressa perchè avevo tipo le borse dell'Ikea sotto gli occhi e i capelli da schifo. Sapendo di avere la foto con Jensen e Misha, non è che fossi tanto allegra, però alla fine è venuta abbastanza bene, per cui sono contenta. La prossima volta magari mi farò anche abbracciare, stavolta ero troppo emozionata :PPP (non ci si crede a quanto sia bello Jensen dal vivo, e perdonatemi la fangherlaggine, ma davvero è così). E Misha... bè, Misha è Misha *__*Con Richard Speight Jr. (che nella serie interpreta the Trickster/Gabriel, personaggio che adoro). Dal vivo è carinissimo, intanto è decisamente più bello che in tv (ma questo vale per tutti, Jensen e Jared compresi), e poi è simpaticissimo, disponibile da morire e davvero tanto carino con tutti. La foto l'abbiamo fatta fuori dalla sala degli autografi (dove tra lui e Jim Beaver c'hanno passato così tanto tempo che potevano prendere la residenza), ed è stato anche richiamato dallo staff perchè stava facendo le foto con chiunque glielo chiedesse. Lui ha guardato quello dello staff, gli ha chiesto "Am I in trouble?" Il ragazzo dello staff gli ha fatto di sì, e lui ha sorriso, ha alzato le spalle e ha continuato con le foto XD grande!!! Con Jim Beaver (Bobby Singer). Ora, io già volevo tanto bene a Jim causa personaggio di Bobby, ma adesso che l'ho conosciuto dal vivo, posso dire che lo stesso Jim è una persona meravigliosa, simpaticissimo, disponibile pure lui da morire. La foto l'abbiamo fatta mentre andava a cena al ristorante dell'Hilton. Come si può notare, pure nella vita reale porta sempre il cappellino come sullo schermo :)E con Kevin Sorbo (vi ricordate di Hercules? Eh già, è proprio lui!) Non abbiamo ben capito che cosa ci facesse Kevin Sorbo alla convention di Supernatural, ma poi una ragazza ha ipotizzato che potrebbe essere Dio, e in effetti ci starebbe *_* chissà...Uno dei momenti più belli della convention: Jensen Ackles che suona e canta con Jason Manns durante il loro ultimo Panel. L'audio è decente, il video così così (cavolo di fari che mi accecavano la macchina...), ma sono felicissima di averlo visto dal vivo *_*
Il programma del primo giorno (o per meglio dire della prima mezza giornata, visto che l’apertura è per le 14:30 del pomeriggio) prevede un panel di Misha Collins (che purtroppo ci siamo perse, perché eravamo ancora in viaggio tra gli hotel), seguito dal panel di Richard Speight Jr. (the Trickster/Gabriel) e di Traci Dinwiddie (Pamela), alternati alla gara di Cosplay e al panel dei doppiatori italiani di Jensen/Dean (il bravissimo Stefano Crescentini, doppiatore ufficiale anche di Jake Gyllenhall *_*) e Jared/Sam (Davide Chevalier).
Di tutto questo, non abbiamo visto praticamente nulla a parte un pezzettino del panel di Richard e quello dei doppiatori, perché il primo giorno l’organizzazione si doveva ancora un po’ rodare, per cui c’è stata una situazione un po’ incasinata causa autografi.
In pratica, ci siamo accodate per la sessione di autografi di Richard, ma c’è stato un po’ di casino per la priorità dei pass (a seconda del tipo di pass, vi è un ordine di priorità per fare le cose, in proporzione ai soldi spesi ovviamente. Noi, gli Hunter, venivamo ovviamente per ultimi dopo tutti gli altri pass). Inizialmente ci è stato detto che prima avrebbero fatto passare tutti gli Angel e i Demon, e poi sarebbero entrati anche gli Hunter da 1 a 50 (il mio era il 21), mentre i successivi sarebbero passati ad un altro giorno.
Così, ci siamo accodate e abbiamo aspettato, ma c’era troppa gente e troppo casino, così il tempo a disposizione è finito molto prima che finissero gli Angel.
Già molto stanche (il viaggio, più il caldo, più lo sbattimento degli Hotel, più la prima ressa) e un pochino demoralizzate da questo inizio non proprio promettente, abbiamo lasciato perdere la sessione di autografi di Traci (anche se lei poi il sabato non c’era) e siamo andate in sala conferenze a guardare il panel dei doppiatori italiani.
Sì, perché non si sa bene perché, ma al panel dei doppiatori italiani anche con il nostro pass potevamo entrare nella sala conferenze (sospetto sia perché la maggior parte della gente che è accorsa alla JIB era straniera –c’era gente di tutto il mondo, non scherzo, perfino dal Giappone, Russia e Australia! – per cui il panel era vagamente deserto). Bè, buon per noi, comunque.
Il panel è stato davvero interessante, Stefano e Davide si sono rivelati essere molto molto simpatici, e soprattutto è bello sapere un po’ i “dietro le quinte” della lavorazione (anche se poi io mal sopporto la versione doppiata, ma è perché sono troppo abituata alle loro voci originali, e poi Jensen e Jared sono davvero dei bravissimi attori –soprattutto Jensen, uno degli attori più talentuosi della mia età, a mio parere, ha un’espressività favolosa e una voce calda e profonda- un doppiatore difficilmente riesce ad aggiungere qualcosa alla loro recitazione, anzi, delle due la penalizza un pò). Non ho trovato video su youtube, solo questo pezzetto:
Finito il panel, siamo rimaste in sala conferenze per la proiezione in anteprima del primo episodio della quarta stagione in italiano, per gentile concessione di RaiDue.
Lo sapevo a memoria, ma l’ho guardato volentieri lo stesso (è un gran bell’episodio!), anche per potermi allegramente incazzare per alcune scelte di traduzione, come sempre :P (e NON MI PIACE la voce di Castiel… assolutamente non è adatta… gli hanno affibbiato la voce di Jack Sheppard di Lost, e Castiel non è affatto come Jack… cioè, lo fanno diventare così il classico bellone sicuro di sé, mentre si tratta di un Angelo tormentato e in conflitto con la natura umana che inizia a farsi strada dentro di lui e ad insinuargli il dubbio sulle ragioni dei suoi superiori e sugli ordini di Dio… nonono, non va bene >.<)
Vabbè, finita la proiezione abbiamo ciondolato un po’, ma visto che era quasi ora di cena ed eravamo a pezzi e non c’era altro da fare (gli Angel Pass avevano alle 21:00 il cocktail di benvenuto insieme agli attori, ma a noi Hunter ovviamente non era permesso partecipare), abbiamo preso un taxi e ci siamo fatte portare sulla darsena di Fiumicino, dove abbiamo cercato un ristorante tranquillo e (soprattutto) a poco prezzo dove mangiare in pace.
Lo abbiamo trovato, e così abbiamo cenato con un bel piattone di spaghetti pomodorini e basilico in un localino piccolo e stipato di gente e decorazioni a tema marinaro, ma la pappa era buona, il costo molto contenuto e il personale davvero gentile. Perfetto, in pratica.
Avevamo in programma di fare una passeggiatina lungo il molo prima di rientrare, ma alla fine della cena era scesa parecchio la temperatura, e soprattutto eravamo davvero davvero a pezzi, per cui abbiamo chiamato un altro taxi e ci siamo fatte riportare al nostro hotel Chopin, dove siamo svenute a letto (io a leggere The Dome di Stephen King, la Vale a guardare la puntata settimanale di Criminal Minds) e alle 11 e qualcosa stavamo già russando entrambe.
E’ durata poco, perché a mezzanotte e mezza un forte rumore proveniente da un’altra camera mi ha svegliata. Evidentemente, i nostri vicini di camera (o quelli del piano di sopra, non sono riuscita a capirlo) non avevano affatto sonno, né ritenevano dovessero averne gli altri ospiti dell’hotel, perché sono andati avanti a spostare sedie, sbattere cose, chiacchierare ad un volume altissimo e fare casino fino almeno alle 2 e mezza di notte quando, rassegnata dopo averle provate tutte per riprendere sonno, ho finalmente ceduto e ho fatto la cosa più sensata alla quale purtroppo non avevo pensato prima: mi sono infilata le cuffie e ho sparato il lettore mp3 ad un volume decentemente alto, così nel giro di due canzoni stavo già dormendo. Purtroppo, quando l’album arrivava al termine, i rumori mi svegliavano di nuovo, così ho dovuto riavviarlo 3 volte prima che finalmente i nostri vicini si decidessero a smetterla (l’ultimo play l’ho dato alle 4 del mattino, e ancora facevano bordello =.=).
Alla fine, comunque, sono riuscita a sprofondare in un bel sonno comatoso fino alle 7, l’ora in cui avevamo puntato la sveglia.